Ti spiego il dato - letterina

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Mazzate filosofiche
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E alcuni link, con dati, sul tema del diritto all'aborto

Donata Columbro
May 4
8
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La notizia della bozza di voto della Corte suprema sull’abolizione del diritto all’aborto (grazie a uno scoop di Politico) è devastante: forse perché diamo per scontato che nelle nostre democrazie occidentali i diritti siano acquisiti una volta per tutte, che tornare indietro sia impossibile. Ma le attiviste osservano e denunciano da tempo gli attacchi alla libertà delle donne e all’autodeterminazione del proprio corpo, e notano come si tratti quasi sempre di piccoli e impercettibili (per chi ha il privilegio di non subire sulla propria pelle queste discriminazioni) cambiamenti avviati a livello micro-locale (consultori, ospedali), regionale, poi statale e infine, ma speriamo di no, internazionale:

È un fatto noto che l’accesso all’IVG negli Stati Uniti non è garantito da una legge federale, ma da una sentenza, Roe v Wade, emessa nel 1973. Da allora, l’erosione di questo diritto di base è stata lenta e inesorabile, un po’ come accade in Italia con l’obiezione di coscienza e la proliferazione degli attivisti anti-scelta negli ospedali pubblici. (continua su La Svolta)

Nel suo canale Instagram la giornalista Rai Veronica Fernandes proprio ieri ricordava la figura della “abortion doula” che accompagna le donne a praticare l’interruzione di gravidanza negli Stati Uniti, per non lasciarle sole in un momento di vita delicato e in molti casi anche per proteggerle dall’aggressività fisica e verbale dei movimenti pro life.

Sul tema della propaganda anti-abortista consiglio di leggere il lavoro di Jennifer Guerra, che ne ha approfondito l’evoluzione negli Stati Uniti, in Europa e in Italia. Da recuperare queste storie in evidenza, questo video e un articolo sull’uso di dati e statistiche economiche per contrastare il diritto all’aborto:

Negli ultimi anni, però, come evidenziano diversi studi sulla retorica antiabortista, c’è un cambio di passo: la legittimità dell’interruzione di gravidanza va confutata non più su basi ideologiche o religiose, che si sono rivelate poco efficaci e condivisibili, ma con dati, numeri ed evidenze (pseudo)scientifiche che hanno pretesa di oggettività. Ne è un esempio la crescente insistenza sulla salute delle donne che hanno abortito, come l’idea che porre fine a una gravidanza causerebbe traumi psicologici irreparabili o addirittura favorirebbe il cancro al seno. Eppure, fino a ora, nessuno era mai arrivato a porre il problema dell’aborto come una spesa per lo Stato. Poi il 24 maggio è stato presentato uno studio alla Lumsa, la Libera Università Maria Ss. Assunta di Roma, sui “costi di applicazione della legge 194/78”.

(continua a leggere su The Vision)

Ma ci sono dei dati che gli anti scelta non condivideranno mai, facciamolo noi:

Twitter avatar for @MonaChalabiMona Chalabi @MonaChalabi
Banning abortion doesn’t stop abortion, it just makes it more dangerous. #Together4Yes Source: The Alan Guttmacher Institute.
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May 24th 2018

1,178 Retweets2,903 Likes


Fine del prologo, questa settimana più lungo cupo del solito 🙏🏻


Mazzate filosofiche. I limiti servono?

Sto seguendo un percorso di counseling filosofico molto arricchente. Non posso raccontare nel dettaglio il contesto, ma immaginate un percorso di formazione individuale e collettivo sul tema della vocazione e della governance aziendale.

Questa settimana avevo dei compiti: scoprire gli aspetti positivi della parola limite.

Durante il precedente incontro davanti a questa domanda sono rimasta senza parole: Strano, lei di solito è così veloce intellettualmente, è la prima volta che la vedo bloccata.

Beccata subito. Ma pensiamo all’uso comune della parola limite. Per raggiunti limiti d’età. Supera i tuoi limiti. Ci vedete qualche accezione felice?

Fatemi parlare di fallimento, di errori: sono pronta. Chi fa sbaglia, e io faccio tantissimo, posso accettare di sbagliare.

Ma di avere limiti? E che averne abbia un senso positivo? God no. Almeno fino all’incontro con il filosofo che conduce questo percorso.

Provi a ragionare per sinonimi, mi propone.

Ehm… freno? Muro? Barriera?

No, quelle sono associazioni mentali.

Termine è un sinonimo di limite, mi dice. Mettere un limite, un termine a qualcosa.

E cosa fa un termine, tra le altre cose?

Definisce. E può aiutarci a conoscere meglio un oggetto: chiamare un albero con il proprio nome - “il castagno” - toglie qualcosa all’essenza dell’albero? No, anzi, ci fa scoprire le sue caratteristiche, notare le foglie, i frutti, la corteccia, diversa da quella degli altri alberi.

Mettersi dei limiti, in positivo, è definire un ambito di lavoro, usare un termine che aiuti a riconoscere cosa sta dentro e fuori, una linea di confine. Per liberare potenziale energetico ed evitare dispersione. Come quando l’acqua viene incanalata nella condotta forzata:

Le condotte forzate sono tubazioni in pressione, di sezione circolare il cui diametro è dimensionato in base alla portata da convogliare in centrale, mantenendo entro un determinato limite la velocità dell'acqua all'interno della condotta per contenere le perdite di carico del sistema.

Senza condotta ci sono perdite, dispersione. Così come lo stare senza regole, senza limiti.

La cornice di un quadro lo penalizza o lo esalta?

Lo esalta. Ci aiuta a capire quali sono le cose importanti, quelle che dobbiamo guardare e considerare come degne di nota.

(Che vi dicevo? Mazzate filosofiche.)


Il boxino di fatti miei

Come sto? Grazie per averlo chiesto. Ho fatto un passo avanti, e cioè sono tornata a correre. Stare fuori casa, lontana da casa, da sola, mi metteva paura. In questi due mesi ho quindi frequentato corsi di gag, pilates, yolates, yopida, danze brasiliane, tonic everything, e altre cose indefinibili pur di non restare seduta con i miei pensieri. Domenica però ho corso i miei lenti 4 chilometri. E pure lunedì.

Entro i miei sei gradi di separazione sono comunque circondata da persone in burn-out o in forte stato di stress. In qualsiasi ambito.

C’è il sindaco che si è ritirato dopo qualche mese di servizio. Il medico che valuta di rinunciare a 20 anni di studi e lavoro. La maestra del nido devastata dai turni di 9 ore cambiati da un giorno all’altro.

Possiamo fermare il mondo per un attimo e rivedere le nostre priorità?

Twitter avatar for @fosslienLiz Fosslien @fosslien
An illustration that shows a large circle labeled, "Everything you can do," and a tiny circle within it labeled, "Everything you can do today."

May 3rd 2022

298 Retweets1,416 Likes

Ti spiego il dato tour and beyond

Ho delle date di presentazione del libro, ma non ho i link :) Vi aggiorno la prossima settimana.

Intanto grazie a Rocco Rossitto per averne scritto una recensione qui <3


Per oggi è tutto, a mercoledì prossimo!

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